Siete curiosi di sapere qual è il livello di sportività della vostra provincia? L’indagine curata da Clas-PTS Group premia Trieste come la città più sportiva d’Italia nel 2018. Secondo posto per Trento, ma sul podio c’è anche Cagliari

 

Tanti indicatori che si incrociano portano a valutazioni sorprendenti e mai banali. Ma anche ad alcuni risultati costanti. Infatti, la mappa italiana dello sport assegna il primo posto a Trieste, vincitrice del titolo di città più sportiva d’Italia nel 2018, così come nel 2017. Gianni Menicatti, socio fondatore di Clas, ci ha spiegato come vengono monitorate le province italiane. E quindi, sulla base di 30 indicatori, di cui tre di carattere generale che riguardano i tesserati e gli altri suddivisi in sport di squadra, sport individuali e sport di società. Dati che poi vengono rapportati alla densità della popolazione.

In base all’indagine curata da Clas-PTS Group rientrano nella top ten dell’indice di sportività 2018: Livorno, Firenze, Rimini, Macerata, Genova, Bologna e Lecco. Torino è undicesima, mentre Milano si classifica al 21° posto. E Roma? La capitale è soltanto 38esima!

Nello specifico, quali sono gli indicatori della ricerca?

“Una provincia viene valutata in base alla qualità dello sport, ovvero ai risultati ottenuti. Senza dimenticare la diffusione dello sport, quindi il numero di praticanti o la presenza di impianti ed eventi. Tutti questi elementi ci fanno vedere se in un territorio sono presenti soggetti sportivi, ma anche organizzatori”.

Trieste è la città più sportiva d’Italia: ecco perché

“Trieste ha vinto anche l’anno scorso, è una città che beneficia di una lunga tradizione sportiva e ha un territorio molto piccolo. La diffusione dello sport è molto elevata, ma non c’è una concentrazione in una disciplina specifica. Questa è la vera forza: vince perché ha un mix di attività e ha una buona apertura sul sociale”.

Il terzo posto di Cagliari è una sorpresa?

“Cagliari è l’eccezione del 2018. Il capoluogo sardo ha una forte concentrazione di sport di squadra nella sua provincia. Inoltre, tutte le risorse – anche degli sponsor – si concentrano su queste realtà, brave a portare a casa i risultati. Quella della Sardegna sicuramente è una situazione particolare”.

Quanto incide l’indicatore legato alla formazione per lo sport?

“È un dato interessante sapere quanti sono i laureati in scienze motorie o in discipline simili che escono da ogni provincia. La valutazione non viene effettuata per sede universitaria, ma per luogo di residenza. Altro aspetto importante è la diffusione dei licei sportivi: danno l’idea di una sensibilità sul territorio”.

E gli sport di nicchia?

“C’è un problema legato alla nicchia. Per esempio, la pallavolo ha una linea padana e adriatica, il rugby è padano-veneto: ogni regione ha i suoi punti forti e deboli”.

Sport e turismo: un binomio fondamentale

“È il futuro. Gli eventi sono in aumento, su ogni territorio, perché c’è una consapevolezza: lo sport può fare da traino per il turismo. Pensiamo alla portata di Expo a Milano, ma non solo. Se a Monza non ci fosse la Formula 1…”.