Succede sempre così: non si presta attenzione alle cose più importanti, e respirare è un caso emblematico

 

Primo gesto della vita, l’azione del respirare è nella maggioranza del tempo e dei casi completamente inconsapevole. Avviene “in automatico” e stop. “Ma spesso non avviene nel modo corretto – spiega Stefania Cito, consulente wellness di Focus on You. A causa della vita intensa e dello stress, spesso non utilizziamo il nostro apparato respiratorio al 100%. Respirare bene è importante, perché vuol dire ossigenare al meglio l’organismo e il cervello, combattere lo stress e contribuire a preservare la salute della colonna vertebrale”.

Attenzione al diaframma

Respirare in modo “sbagliato” significa innanzitutto non utilizzare il diaframma, il muscolo principale del respiro, che separa il torace dall’addome. “Spesso si finisce col ricorrere ai muscoli accessori del torace e del collo – dice ancora Cito -. Questo vuol dire sottoporli a un lavoro doppio e contribuire a dolori e problemi alla cervicale”. Cattive notizie anche per la parte bassa della schiena. “I tendini del diaframma si inseriscono nella regione lombare e per questo chi usa male questo muscolo può avere disturbi anche qui. Infine, anche l’apparato digerente, respiratorio e ginecologico sono influenzati dal funzionamento del diaframma, perché ne seguono il movimento. E non utilizzarlo a dovere a lungo andare li può danneggiare”.

Respira (bene) che ti passa

Respirare bene migliora la postura e il benessere, anche della mente. Concentrarsi sulla successione delle inspirazioni ed espirazioni, infatti, è un potente anti-stress, che aiuta a svuotare la mente dai soliti problemi e a dare il giusto carburante per ripartire. Del resto, si sa che ogni combustione avviene in presenza di ossigeno, proprio il gas che si immette in quantità respirando bene e a fondo.

Il primo consiglio per migliorare la respirazione – dice ancora Cito – è quello di fare movimento. Adesso che arrivano le vacanze, vanno bene anche semplici passeggiate in riva al mare, nel bosco o comunque nel verde”.

“Studiare” il respiro

Ma il vero passo avanti sta nell’acquisire la consapevolezza del respiro. “Si può iniziare da supini, tenendo le gambe piegate, una mano sulla pancia e una sul petto – spiega Cito -. A questo punto si fanno inspirazioni dal naso, spingendo l’ombelico verso l’alto, ed espirazioni dalla bocca, risucchiandolo. È un esercizio da ripetere una decina di volte, sentendo le mani che si alzano e si abbassano”. Per aumentare ulteriormente la consapevolezza del respiro si può passare alla fase 2, che consiste nel tenere la pancia rilassata e respirare liberamente con la parte alta del petto.

Dopo aver imparato a concentrarsi, almeno un po’, sul respiro, si può passare alla pratica del respiro completo, sempre nella stessa posizione ma con le braccia lungo i fianchi. “Si inizia a inspirare lentamente dal naso – dice Cito -, gonfiando la pancia e portando l’ombelico verso l’alto. Senza mai interrompere il respiro, si passa a riempire d’aria la regione costale e quella del petto. A questo punto si fa qualche secondo di pausa e si inizia poi ad espirare dalla bocca, svuotando prima il petto, poi le coste e infine l’addome”. La respirazione completa andrebbe eseguita per circa 3 minuti al giorno, arrivandoci però per gradi e osservando sempre qualche cautela. “Al termine dell’esercizio è bene fare qualche respirazione libera e lenta e girarsi poi sul fianco. Dopo qualche secondo ci si può alzare, ma molto lentamente, per evitare giramenti di testa”.