Il nostro esperto Luca Speciani spiega perché le diete ipocaloriche non servono a dimagrire, anzi possono creare danni all’organismo

«Le diete ipocaloriche possono provocare un rallentamento del metabolismo e un calo della massa muscolare. Questo significa che, invece di indurre un cambiamento nell’organismo, generano una forzatura. E come si difende il corpo? Con un rallentamento metabolico. Nessuna dieta ipocalorica estrema farà mai dimagrire, porterà solo uno squilibrio e delle carenze nutrizionali». Parole di Luca Speciani, esperto di Focus on You. «Contemporaneamente, gli organi ormonali più importanti (tiroide, surrene, gonadi) rallenterano le loro funzioni. Come se non bastasse, mangiando poco diminuisce anche il flusso della leptina, l’ormone della sazietà, con il risultato che si mangerà di più».

Se si seguono diete per molto tempo, i danni aumentano

Ma dopo quanto tempo di dieta ipocalorica si possono presentare i primi effetti dannosi? «I sintomi di rallentamento metabolico (stanchezza, irritabilità, calo del desiderio, depressione, rallentamento immunitario) possono iniziare sin dai primi giorni. Più la dieta si protrae e più i sintomi tenderanno ad accentuarsi, divenendo in alcuni casi irreversibili. Mai seguire regimi troppo rigidi per molto tempo», aggiunge Speciani. «In questo caso, ci sarà una perdita di massa muscolare e ossea, un calo generale dell’umore (predisposizione alla depressione) e una riduzione del desiderio sessuale».

Con lo sport aumenta la probabilità di infortuni

Le problematiche conseguenti alle diete ipocaloriche, aumentano se si fa sport. «Sotto regime ipocalorico, la crescita muscolare rallenta e gli effetti benefici dell’allenamento si vanificano. L’atleta diventa più soggetto ad infortuni, perde carica agonistica e si ammala con facilità. Ricordiamoci che ciò che rende ipo o ipercalorica una dieta non è il valore calorico di ciò che si mangia, ma il bilancio tra quest’ultimo e i consumi dell’individuo. Valori influenzati dalla stazza, dal sesso, dalla quantità di sport praticato, dalla situazione metabolica ecc. In altre parole, un atleta, pur mangiando molto, se fa un’intensa attività sportiva  entra involontariamente in regime ipocalorico».

Il movimento attenua i danni

Se si segue una dieta ipocalorica, l’attività fisica regolare è importantissima perché può limitare i danni. «Ma attenzione però, può aggravarne anche gli effetti, accentuando ulteriormente la distanza tra le calorie introdotte e quelle consumate. Lo sport, in generale, non è importante per le calorie che fa consumare, ma per i preziosi segnali ipotalamici che produce, e non è mai possibile un vero e stabile dimagrimento in assenza di esercizio fisico regolare».

L’unica valida alternativa è una dieta di segnale

«Quando si decide di seguire una “dieta di segnale” è importante definire con precisione l’attività più idonea per accompagnare il processo di un sano dimagrimento». Per dimagrire in salute, lo ripetiamo, occorre seguire un regime normocalorico e normoproteico. Poi bisogna fare attenzione alla qualità dei cibi consumati e ai rapporti tra i diversi nutrienti. «Se il regime non è stato troppo severo (es. anoressia) e non è durato troppo a lungo (o non si è complicato con l’uso di farmaci), di norma i suoi deleteri effetti sono risolvibili».