La caffeina può essere utilizzata tranquillamente da chi fa sport, a patto che non si ecceda e si scelgano le fonti migliori

Il caffè e la caffeina sono dei buoni alleati nella dieta dello sportivo, a patto che non si esageri. Un eccesso (corrispondente a più di 10-12 tazzine al giorno) può addirittura essere configurato come doping.

La caffeina è uno stimolante del sistema nervoso centrale e viene spesso utilizzata in caso di sonnolenza. Ma andrebbe utilizzata solo occasionalmente, perché alte dosi di caffeina non possono rimpiazzare il sonno perso.

Oltre all’effetto stimolante, ha un effetto diuretico e per alcuni anche lassativo.
Grazie ad alcune sostanze in essa contenute, la caffeina stimola la lipolisi, aumenta il flusso di ossigeno e di nutrienti al cervello e ai muscoli (tra cui i bronchi) e contribuisce all’aumento della frequenza cardiaca.

Quanta caffeina è consentita?

Per quanto riguarda le dosi di caffeina da assumere, non esiste mai una quantità “raccomandata”, semmai una quantità “consentita”e non in grado di arrecare danni.

Già una dose di 150-200 mg/die (2-3 tazzine) può dare, infatti, blandi effetti di agitazione, insonnia, tachicardia a persone sensibili.

Il punto è però che l’assunzione regolare può dare assuefazione. Chi ne consuma molte tazzine al giorno può provare meno sintomi, ma subirne ugualmente gli effetti tossici, senza rendersene più conto.

I prodotti che contengono caffeina

La caffeina non è contenuta solo nel caffè. E anche questo alimento ne include diverse quantità a seconda di come viene preparato. Ecco alcuni esempi:
1 tazza di espresso: 80 mg
1 tazza di decaffeinato: 15-30 mg
1 lattina di energy drink (Red Bull o simili): 80 mg
1 tazza di tè: 60 mg (variabile a seconda del tè)
1 lattina di Cola (330 ml): 35 mg

Il caffé americano è molto più diluito, ma se ne bevono quantità di gran lunga maggiori, quindi la  quantità totale di caffeina può essere molto superiore a quella di 2-3 espressi, se si abbonda nella giornata.

Il caffè al ginseng? Meglio di no…

L’etichetta riporta la varietà di provenienza del caffè. Arabica 100%, robusta o miscele varie.

Ce n’è per tutti i gusti. Da un punto di vista nutrizionale però cambia poco. Il Paese di provenienza può dare differenze di gusto più o meno apprezzabili. Da evitare senza alcun dubbio i vari caffé “al” ginseng, guaraná ecc. che di solito contengono molti additivi, aromi e dolcificanti.

Naturalmente l’acquisto in grani, con macinazione al momento, consente di preservare le caratteristiche originarie del seme molto meglio rispetto al prodotto già macinato. La differenza nel bouquet di sapori è comunque più legata alla qualità originaria del seme.

In sintesi: l’atleta può fare uso moderato di caffè con relativa tranquillità, purché non esageri con le dosi e non ne abusi fino a generare assuefazione. Brevi periodi di astinenza possono allontanare facilmente questo rischio.