L’equitazione è uno sport completo che sviluppa le capacità cognitive e condizionali, aumenta l’autostima e insegna l’educazione e il rispetto per il cavallo

 

L’equitazione è uno sport appassionante che, a differenza di quanto si creda, è adatto a chiunque.

Infatti, non esistono controindicazioni nello sviluppo fisico che ne limitino la pratica. Anzi, già in tenera età, questo sport sviluppa le capacità coordinative e condizionali attraverso delle attività ludiche.

«Si può cominciare a montare fin da giovanissimi, intorno ai 4 anni di età», spiega Danilo Galli, proprietario e istruttore, insieme ad Alessandra Zicari, della Società Ippica Leonardesca di Vigevano (Pavia).
«Tutti i bambini possono praticare equitazione, per i bambini affetti da handicap esistono dei corsi predisposti».

La scelta di un pony o di un cavallo per l’allievo, dipende dalle “misure” di quest’ultimo.
«Si tende sempre a mantenere la giusta proporzione tra cavaliere e cavallo», continua Danilo Galli, «mentre, per quanto riguarda l’attività agonistica, il regolamento prevede che i pony possano essere montati in gara fino ai 16 anni».

Si imparano rispetto, educazione e stima di sé

L’equitazione è uno sport completo, i cui benefici si riscontrano in diversi ambiti.

«Sviluppa le capacità cognitive e coordinative e predispone alla socializzazione, insegna l’educazione, il rispetto e la fiducia nei confronti di un animale, ma non solo. Aumenta la capacità di autocontrollo e l’autostima, ».

Al punto che persino un semplice «Incontro conoscitivo tra l’istruttore di equitazione e gli alunni di una scuola elementare può essere di grande aiuto», spiega Danilo Galli, «prima di tutto per capire che idea i più giovani hanno del cavallo e della sua natura, con un confronto tra coetanei».

Al momento della teoria, deve immediatamente seguire quello della pratica. «Dopo aver condotto una breve lezione sul mondo equestre, si può passare a quella che possiamo definire “aula didattica”, cioè la scuderia.
Qui si insegnano agli allievi – bambini e adulti – le prime norme di sicurezza sia a terra sia a cavallo, e avviene il primo approccio con l’animale, con indicazioni di come si pulisce (grooming) e come si prepara per essere montato».

«A questo punto, si può entrare in maneggio, per la prima parte della messa in sella».

Spesso il pony o il cavallo, con la sua mole, può intimorire i piccoli cavalieri. «Bisogna innanzi tutto spiegare quale sia la natura dell’animale che abbiamo di fronte. Il cavallo è una preda, e non ci si può relazionare a lui allo stesso modo di un predatore».

«Il cavallo è un animale fondalmentalmente buono, che spesso reagisce, anche improvvisamente, per paura. Per questo motivo, è ancora più importante avere con lui sempre un approccio sereno e pacato».

Cap e tartaruga per montare in sicurezza

Per montare a cavallo, è necessario avere un’attrezzatura che metta in sicurezza l’allievo. «Pantaloni da equitazione, ghette e stivaletti, cap e tartaruga per i minorenni sono indispensabili».

Per quanto riguarda la frequenza settimanale, dipende dalla disponiblità individuale. «L’equitazione puo essere praticata anche tutti i giorni, si consiglia comunque una frequenza minima di due volte alla settimana».

Anche se spesso capita di inziare a montare nei luoghi di villeggiatura, con delle uscite in passeggiata, è preferibile prendere prima qualche lezione in maneggio.
«I costi si aggirano intorno ai 25 euro per una lezione singola».

L’importante è scegliere scuole affiliate alla Fise (Federazione Italiana Sport Equestri) dove insegnano istruttori che vengono formati e si aggiornano annualmente.
«Il consiglio è quello di frequentare dei centri ippici federali. State attenti se riscontrate superficialità e pressapochismo negli istruttori, in quanto sono sempre sinonimo di incompetenza».

Le prime gare? Sempre un gioco!

Dopo un po’ che si frequenta un centro ippico sportivo, nasce la curiosità di provare ad uscire in concorso (gara), di qualunque tipologia si tratti.
«Si comincia sempre dalle categorie ludiche, cioè che non prevedono nessun brevetto o esame particolare. I Pony Games, per esempio, sono dedicati agli allievi delle scuole primarie».

Se si decide di proseguire nella “carriera” agonistica, si deve avere un cavallo proprio, che può essere di proprietà o preso “in fida” o “mezza fida”, due modalità che non prevedono l’acquisto vero e proprio dell’animale ma una condivisione del mantenimento con la scuola o un’altra persona.
«La decisione di avere un proprio animale diventa necessaria nel momento in cui si fa agonismo, quando si vuole approfondire la tecnica o creare un binomio affiatato, con fini agonistici o solo per passione».

Per approfondimenti:

Equitazione e bambini: benefici ed età giusta