Non si tratta semplicemente di passeggiar per boschi e andar per rifugi, ma di una vera e propria filosofia di vita. Da provare, per tutti i più avventurosi!
Bothying, ne avete mai sentito parlare? Io mi ci sono imbattuta, sfogliando distrattamente una rivista e scorgendo una foto che ritraeva delle persone in montagna, davanti a un rifugio. Nuova tendenza fitness, così la definivano. E ho deciso di approfondire.
Mi si è aperto un mondo, fatto sì di trekking, ma soprattutto di avventura nella natura selvaggia, a mo’ di Chris McCandless, il protagonista di “Into the wild”, che forse possiamo definire il primo bothyer del cinema, anche se lui non si rifugiò in una stamberga, bensì in un autobus abbandonato in Alaska.
Pronti quindi a scoprire di più sul bothying? Se siete appassionati di montagna e di natura, quest’estate non ne potrete fare a meno.
Cos’è un bothy?
Fondamentalmente si tratta di una piccola capanna, cottage o rifugio, di proprietà privata, ma di solito lasciato libero e disponibile per i passanti da utilizzare gratuitamente. I bothy, infatti, sono gestiti dalla Mountain Bothies Association (MBA), che raccoglie offerte per mantenere questi vecchi edifici, ‘arredarli’ e attrezzarli con il minimo indispensabile, come una stufa o un camino, un tavolo. Immancabile però il libro dei visitatori.
La pratica è nata in Scozia, dove ci sono ben 81 bothy di solito situati in luoghi selvaggi e sbalorditivi, che offrono rifugio a molti viaggiatori stanchi.
Ben conosciuti dagli esploratori esperti, non bisogna farsi ingannare dalle apparenze: mentre da fuori sembrano un grazioso cottage caldo e accogliente (come quello abitato da Kate Winslet in “L’amore non va in vacanza”, per intenderci), entrandoci ci si accorge che non c’è nulla. Manca tutto: gas, elettricità, acqua corrente, strutture o, a volte, anche i letti.
Di solito c’è un fornello, un tavolo e delle sedie. Ma ricordatevi: nessuno vi aiuterà ad accendere il fuoco nella stufa in modo da non morire congelati.
Le origini del bothying
La cultura del bothying è molto più antica di quanto si pensi. Tutto è iniziato con la Grande Depressione degli anni Trenta. La classe operaia, lavorando meno ore, aveva più tempo libero, ma ciò significava anche guadagnare di meno. Al contempo, il trekking smise di essere un privilegio della classe media.
Così, gruppi di lavoratori iniziarono a creare club di arrampicata in tutta la Scozia, dormendo in edifici abbandonati, per ricominciare l’indomani di buonora. Così è nato il bothying.
Le regole del bothying
Il bothying – quindi il raggiungimento a piedi in montagna di bivacchi o rifugi semiabbandonati per vivere all’avventura – si sta diffondendo ovunque: partito dalla Scozia, ha raggiunto tutta la Gran Bretagna e sta trovando estimatori anche in Europa.
Ma la MBA tiene a ricordare che esiste un regolamento ben preciso da osservare per l’utilizzo dei bothy. Eccolo:
– Rispettate gli altri utenti:
Pulite prima di lasciare il bothy, non sovraffollate quelli più popolari.
– Rispettate la struttura
: Segnalate danni e atti vandalici, pulite l’edificio e portate via con voi la spazzatura, assicuratevi che i fuochi e la stufa siano completamente spenti, chiudete finestre e porte alla partenza.
– Rispettate l’ambiente:
Mantenete pulite le aree circostanti, tenete lontani i rifiuti umani, portate il vostro combustibile e non tagliate legna sul posto.
– Rispettate l’accordo con la tenuta:
Osservate ogni restrizione, ricordate che i bothy sono disponibili solo per brevi soggiorni.
L’equipaggiamento per il bothying
Un consiglio spassionato: non siate ottimisti. Siate sempre preparati al peggio: una tenda di ricambio è d’obbligo. Non partite mai sprovvisti dei must, indispensabili se si intende rimanere in un bothy: sacco a pelo, tappetino per dormire, borraccia o boccale, stufa (ma la maggior parte ne è dotata), gas, kit di pronto soccorso, torcia frontale, carta igienica, disinfettante per le mani, candele, impermeabile o kway, plaid o coperte.
Cosa è il bothying book
Prima di lasciare il bothy, ricordatevi di scrivere qualcosa sul libro degli ospiti: qualche consiglio utile, qualche miglioria da apportare, regole da non dimenticare e soprattutto, lasciate la struttura in uno stato migliore di come l’avete trovata.
I 5 migliori bothy scozzesi per principianti
Se volete provare l’esperienza del bothying, ma non siete esperti, la MBA vi consiglia questi 5 incantevoli cottage in Scozia. Prenotate il volo e partite verso una nuova esperienza. Via, all’avventura!
Over Phawhope (Scottish Borders)
Situato in un posto incantevole, questo bothy offre una piccola stanza con un letto a castello. Dista però meno di 2 km dalla strada maestra, quindi tende a essere spesso già occupato.
The Gelder Shiel Stables (Cairngorms)
Questo è uno dei bothy più celebri, poiché visitato dal Principe Carlo e per questo ribattezzato “il reale”. Migliorato con un’importante ristrutturazione nel 2015, ora è confortevole, caldo e merita una visita. Ideale se state pianificando di arrampicarvi a Lochnagar, ma, se volete fare solo trekking, con un accesso limitato alle altre colline. Lo stabile è ora ben isolato e rivestito in legno, dotato di un rustico parquet.
Ruigh Aiteachain (Cairngorms)
Situato nella valle Feshie, questo bothy ha due stanze: la prima, quando entrate, contiene le cuccette ed è molto spaziosa. La seconda è una stanza più confortevole con tavoli, panche e una stufa molto efficiente.
Peanmeanach (Western Highlands)
Peanmeanach era l’ufficio postale dell’intera area Sound of Arisaig. Dalla porta principale, si può godere di una vista favolosa fino ad Ardnamurchan ed Eigg.
Craig (Torridon)
Questo bothy era un ostello della gioventù fino al 2003. Probabilmente è stato il suo isolamento a portarlo alla chiusura. Ma quando l’ostello smise la sua attività, alcuni degli arredi (letti, materassi, utensili da cucina…) sono rimasti e questo lo rende molto confortevole. È dotato di servizi igienici.