Molti genitori considerano il rugby uno sport pericoloso, esclusivo e adatto agli adulti. In realtà, è un’attività fisica completa e ricca di valori. Sapevate che si inizia a quattro anni?

“Si gioca con gli avversari, mai contro gli avversari”. Punto primo del minirugby, come ci ha spiegato Massimiliano Scalia, responsabile tecnico del minirugby dell’AS Rugby Milano. Un principio che ribalta totalmente il pregiudizio che lo fa percepire come uno sport “violento”. Anche se questa, ormai, è un’idea superata. “Più passa il tempo, più si apprezzano i lati positivi di questo sport”. Principalmente i valori. Uno tra tutti? L’appartenenza a una grande famiglia.

Quando si inizia?

“L’età giusta per cominciare è dai quattro anni e mezzo in poi, anche se con bambini così piccoli, parliamo di attività propedeutica: giocano e iniziano a svolgere i primissimi esercizi. Poi, a fine stagione, si organizzano i primi tornei. Le attività e l’impegno aumentano di anno in anno”.

In cosa consistono le lezioni?

“Per qualunque categoria, c’è la stessa struttura di allenamento. Si parte con 30 minuti di motricità con giochi ed esercizi: l’attività motoria è fondamentale perché a scuola se ne pratica poca. La mezz’ora successiva è dedicata alla spiegazione dei concetti tecnici, prima della partitella (che occupa i 30 minuti finali). Insomma, un allenamento di un’ora e mezza, due volte alla settimana”.

Come si supera il pregiudizio legato alla pericolosità del contatto?

“In realtà, la situazione è cambiata da un po’ di anni a questa parte. Il rugby, per chi lo conosce, non è più visto come uno sport violento, i genitori si preoccupano più per il freddo, che ti fortifica fisicamente. Ovviamente sanno che è uno sport di contatto, magari sono timorosi, ma ne sono consapevoli”.

“Scelgo per mio figlio il minirugby perché…”

“Insegna il valore dello stare insieme, della condivisione: è uno sport completo che fa gruppo. Uno dei problemi delle grandi città come Milano è che non ci sono più spazi per giocare all’aria aperta. Spesso i bambini sono figli unici e sono costretti a passare molto tempo in casa, con i genitori o con i videogiochi. Da noi trovano molti amici!”.

I quattro valori del minirugby

“Il sostegno, che oltre a essere un valore è un obiettivo tecnico perché il compagno va sempre aiutato. Poi l’avanzare, in campo così come nella vita, superando ogni tipo di problema. Il rispetto: per l’arbitro, per i compagni e per gli avversari. E infine l’appartenenza: al gruppo e alla squadra. La nostra società è una grande famiglia allargata”.

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http://www.asrugbymilano.it/

Il rugby, scuola di vita