Ecco il Wilding, l’autodifesa che prima di tutto lavora sull’autostima e la sicurezza di sé.Perché la violenza è un abuso che parte sul piano psicologico. Per non essere più vittime

 

Viviamo in tempi incerti, dominati dalla paura e dalla sfiducia. Sebbene i reati e i crimini di strada siano in calo, non ci si sente mai al sicuro del tutto, men che meno a camminare tranquillamente per strada in una grande metropoli.

Non cambia la situazione tra le quattro mura: la violenza perpetrata soprattutto ai danni della popolazione femminile è in crescita: a proposito di femminicidio, ogni due giorni una donna viene uccisa da un familiare, di solito il marito, mentre circa 8,8 milioni di donne (un dato sottostimato) nel corso della loro vita hanno avuto il coraggio di denunciare la violenza subita, che può variare dalle intimidazioni psicologiche alla molestia sessuale (strattonamenti, palpeggiamenti, stupri). Di queste, circa 3 milioni le donne che le hanno subite negli ultimi tre anni (dati Istat). Per completare il quadro, non dimentichiamoci del mobbing: anche in ufficio il subire atteggiamenti coercitivi, vessatori e persecutori, tali spesso da ledere la dignità come lavoratore e come persona, non accenna a diminuire.

Nella maggior parte di questi casi, la violenza comincia sul piano psicologico: che sia un tentativo di rapina per strada o un abuso tra le mura domestiche, la vittima subisce una violazione della sua persona, che la paralizza con la paura, rendendola incapace di reagire e in alcuni casi (soprattutto a livello domestico), arrivando a credere di meritarla.

Come fare a spezzare questo circolo vizioso e a provare a difendersi in modo efficace?

Wilding Defense, l’autodifesa istintiva

Una delle soluzioni potrebbe essere iscriversi a un corso di autodifesa, ma spesso si riducono a una serie di mosse da memorizzare, difficilmente praticabili quando si è in una situazione di panico, generata da un tentativo di violenza. “Per questo ho dato vita alla Wilding Defense, il cui nome deriva da wild, ovvero selvaggio”, ci racconta Mario Furlan, fondatore dei City Angels, volontari di strada anticrimine, attivi in più di 20 città italiane e svizzere, e docente universitario di Motivazione e crescita personale. 

“C’era bisogno di qualcosa che non fosse puramente tecnica, ma che si basasse soprattutto sull’aspetto psicologico e preventivo. Il Wilding nasce dalla mia esperienza su strada con i City Angels: ho visto che la strada è molto diversa dalla palestra e che ciò che funziona in un ambiente sicuro e protetto come la palestra spesso fa cilecca all’esterno. E nasce anche dalla mia esperienza come docente e formatore”.

In cosa si differenzia il Wilding dagli altri corsi di autodifesa?

“Il Wilding è più mentale che fisico. Si basa sul risvegliare l’istinto di sopravvivenza, insito in ciascuno di noi. E sulle 2 P: psicologia e prevenzione – prosegue Furlan – Se sei costretto ad alzare le mani per difenderti hai già perso, comunque vada. Perché avrai di fronte anni di tribunali e avvocati, nel peggiore dei casi, forse di carcere e anche di ospedale. Quindi è molto meglio prevenire.

Nell’autodifesa istintiva insegno innanzitutto a non porci come vittime. Se veniamo attaccati, bullizzati, mobbizzati, siamo in qualche modo responsabili. Perché con il nostro comportamento abbiamo, sia pur involontariamente, trasmesso il messaggio che possono aggredirci impunemente. Usando una metafora: se ti fai pecora, il lupo ti mangia. Se ti presenti come vittima, prima o poi arriva il carnefice”.

In cosa consiste il Wilding? Come si svolge una lezione?

“Il Wilding si basa sulla psicologia e sullo sviluppo della nostra assertività e autostima. Serve quindi in primis ad acquisire sicurezza in se stessi. Per quanto riguarda la parte fisica, attinge a molte discipline, semplificandole e rendendole fruibili a tutti, in particolare al krav maga, un sistema di combattimento di origine israeliana, e al jeet kune do, un’arte marziale filosofica, ideata da Bruce Lee.

Il Wilding ha una didattica diversa da quella dei classici corsi di difesa personale: non si tratta di andare in palestra ogni settimana, più volte la settimana. Perché non si imparano tecniche da memorizzare, bensì principi da interiorizzare. Pertanto la modalità di insegnamento è simile a quella dei corsi di formazione: ogni corso di Wilding dura generalmente tre ore. Il ciclo completo è articolato in sette incontri, a distanza di un mese uno dall’altro, della durata di tre ore l’uno.

Il Wilding è adatto a tutti, anche se, trattandosi della difesa personale basata sull’istinto, è pensato più per le donne che di natura sono più istintive e intuitive. Altro grande plus: l’affiancamento psicologico. Oltre al sottoscritto, anche i coach di Wilding hanno una formazione psicologica e lavorano su questo aspetto per rinforzare autostima e sicurezza di sé”.

Wilding: dalla parte delle donne

A noi si rivolgono in maggioranza donne. Donne che preventivamente vogliono evitare di subire violenza, facendosi trovare pronte e forti davanti al loro aggressore, ma la gioia più grande è quando viene da noi chi ha già subito violenza e cambia, grazie al corso di autodifesa istintiva: da debole e remissiva diventa forte e assertiva. Che soddisfazione, quando alla fine del corso si dimostrano felici e grate. Una di loro, Manuela, mi ha scritto: “Grazie al Wilding sono un’altra donna. Prima subivo in silenzio violenze fisiche e verbali; ero triste, impaurita. Ora sono serena e felice. Mi sento forte. E nessuno si azzarda più a mettermi le mani addosso!”. La vostra vittoria è la nostra vittoria. La vittoria di tutta la società”.

Per maggiori informazioni: https://www.wildingdefense.com/
Bibliografia sull’argomento: “Donne, basta paura!”, di Mario Furlan, ed. Sperling & Kupfer
“Basta paura!”, di Mario Furlan, ed. Franco Angeli