Arriva direttamente dalla Finlandia ed è un mix tra palestra e sport equestre, ma senza cavallo. L’hobbyhorse, che ha conquistato il cuore di moltissime adolescenti nordiche, riuscirà a trovare spazio anche in Italia?
Curioso, innovativo e probabilmente divertente. L’hobbyhorse è uno sport ormai di tendenza tra le adolescenti finlandesi che si sfidano in percorsi a ostacoli, conducendo una testa di cavallo di peluche. Una valida alternativa per chi non ha tempo o denaro per andare a cavallo e un modo per condividere una passione che – in Finlandia – accomuna più di 10.000 persone. In Italia non esistono centri specializzati. Almeno per il momento…
Ecco come funziona l’hobbyhorse
L’attrezzatura per praticare hobbyhorse è piuttosto semplice ed economica. Un cavallo, uguale a quello utilizzato dai bambini per giocare, con la testa di peluche e il manico di legno, che si può personalizzare a seconda dei gusti e della fantasia. Proprio come fanno le giovani finlandesi. Volete provare?
Quando è nato?
Questo sport è nato circa dieci anni fa, ma soltanto negli ultimi tempi si è diffuso all’estero. Merito anche della regista Selma Vilhunen che lo ha raccontato in un film documentario: Hobbyhorse Revolution, del 2017, vincitore di un premio al Tampere Film Festival in Finlandia.
Non solo un hobby: le gare in Finlandia
In Finlandia si organizzano gare a livello locale e regionale, grazie a volontari. Le giovane atlete si allenano per molte ore durante la settimana, cercando di puntare sulla postura, i salti e la camminata. Durante le competizioni, che si svolgono sia indoor che outdoor, le concorrenti si esibiscono con coreografie e affrontano percorsi a ostacoli. Ad esempio, nel 2017 ai campionati nazionali di Helsinki, duecento atlete dai 10 ai 18 anni si sono affrontate in questa disciplina moderna.
Quali sono i benefici?
Secondo le stime della Federazione finlandese, sono circa 10.000 le persone che praticano regolarmente l’hobbyhorse. Ma quali sono i benefici? Ce ne sono diversi, per il corpo, per la mente e per le tasche. Oltre a essere uno sport economico, ha un impatto terapeutico. Cavalcando, infatti, si sviluppano le capacità immaginative e un forte senso di libertà. Inoltre, gli esercizi, tutt’altro che tradizionali, lasciano poco spazio alla noia.
L’altro lato della medaglia
Uno sport del genere o è amato o è fortemente criticato. Alcune atlete, infatti, sono state bullizzate dai coetanei, convinti che l’hobbyhorse sia uno sport “stupido”. “Ci sono un sacco di pregiudizi: in molti pensano che questa sia la cosa più stupida del mondo ma noi non ci scoraggiamo” – ha dichiarato tempo fa Alisa Aariomaki, campionessa nel 2012 – “sappiamo quanto possa essere divertente l’hobbyhorse e non ci arrenderemo”.