Dai primi corsi alle gare e agli allenamenti agonistici. Chiara Tarantola, direttore tecnico dell’Artistica Milano, e la ginnasta Lucia Gaia ci hanno raccontato l’esperienza di chi ha reso la ginnastica artistica una passione per la vita

 

Dal volteggio al corpo libero, con o senza l’uso degli anelli, della sbarra o della trave. La ginnastica artistica è uno sport adatto a quelle persone che non si arrendono alla prima difficoltà. “Stiamo parlando di una disciplina severa” – ci ha spiegato Chiara Tarantola, direttore tecnico della società Artistica Milano – “Non è uno sport di situazione, ma di ripetizione. Gli esercizi vanno eseguiti in maniera metodica”. Insomma, vietato perdere la pazienza!

Le prime tappe: si parte già a 3 anni

“Si può iniziare a prendere confidenza con questo tipo di sport anche a tre o a quattro anni, ma ovviamente tutto viene svolto in forma ludica. Dai 5 anni in su si frequentano i primi corsi, poi a 8 anni gli atleti possono confrontarsi nelle gare. Un aspetto fondamentale è la preparazione fisica, a prescindere dall’età”.

Come evitare  il rischio di infortuni?

“Tutte le fasi dell’allenamento vanno svolte con molta cura, in particolar modo il riscaldamento, sia generale che specifico. Si lavora sulla tenuta corporea, sulla forza, sulla quadrupedia. Bisogna potenziare l’articolazione del ginocchio, considerando che la ginnastica artistica è un’attività che sollecita la struttura. Senza tralasciare il peso corporeo, quello eccessivo aumenta il rischio di infortuni”.

L’allenamento mentale: ecco cosa fa la differenza

“La testa conta tantissimo, se ti piace è una passione, ma la ripetizione degli esercizi può rivelarsi “pesante” da un punto di vista psicologico. Sono sempre gli stessi ed è per questo che la ginnastica artistica è una disciplina rigida. Noi dell’Artistica Milano puntiamo al lavoro pulito, non richiediamo cose azzardate ma esercizi fatti bene. Lavoriamo sull’esecuzione e la coreografia, senza esagerare: tutto viene svolto in maniera graduale”.

Ginnastica artistica, “amica per la vita”

“E’ un metodo che nella vita aiuta moltissimo, permette di affrontare i limiti e superare le proprie paure. E poi le gare sono un esercizio perenne: aiutano gli atleti a mettersi sempre alla prova”.

C’è anche chi per quelle gare ha sacrificato qualche uscita con gli amici, per conciliare lo studio con la passione per la ginnastica artistica. E’ la storia di Lucia Gaia, 18 anni di Milano, che ha condiviso con noi la sua esperienza da atleta. “Tutto è iniziato in prima elementare con i corsi base di una o due ore alla settimana. Poi le ore e la passione sono aumentate col tempo. Verso i 10 anni è arrivata la fase del pre-agonismo con le prime gare finché in primo liceo Chiara Tarantola mi ha invitato all’Artistica Milano. Le gare? Le prime a 10 anni, le più importanti dai 13 anni in su”.

Come hai conciliato sport e studio?

“Finché ero alle medie non è stato un problema. Poi durante il primo anno delle superiori – avendo frequentato il Liceo Classico – ho cominciato ad avere qualche difficoltà. Una volta entrata nel ritmo, però, è passato tutto. Studiavo subito dopo la scuola, prima degli allenamenti, e poi la sera.

Poi la decisione di abbandonare le gare

“Ho smesso 2 anni fa, eravamo un gruppo di ragazzi: abbiamo smesso insieme. Molti traguardi li avevo già raggiunti, ho fatto un percorso bellissimo e ho deciso di dedicarmi più agli studi, ma continuo ad allenarmi”.

E per il futuro…

“Un sogno nel cassetto? Ho allenato già le bimbe e penso che la mia strada sia quella”.

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Artistica Milano