Tra le buone abitudini da osservare sin dalla tenera età c’è lo sport. Quali sono i requisiti da non trascurare nella scelta dell’attività fisica? Ecco i consigli della psicologa, la Dott.ssa Martina Fugazza

 

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del nostro esperto, Paolo Pichi

La scelta dello sport giusto per i bambini è importante tanto quanto quella della scuola o di altri aspetti della loro quotidianità. Fare movimento, infatti, contribuisce a plasmare la mentalità e il carattere dei giovani atleti e dei futuri adulti. Ne abbiamo parlato con la Dott.ssa Martina Fugazza, psicologa dello sport, che ha indicato i vantaggi principali e gli eventuali rischi per una fascia d’età che va dai 5 ai 10 anni: “L’attività fisica nell’età evolutiva è una palestra di vita. Insegna ai bambini a essere forti”.

Rispetto e autostima: i vantaggi educativi

“Gli insegnamenti dello sport sono molteplici. L’autostima aumenta: ai bambini viene chiesta una prestazione e gli vengono insegnate nuove capacità. Il piccolo sportivo, quando le mette in pratica, si rende conto di aver appreso nuove abilità ed è soddisfatto. E poi, si è più rispettosi verso se stessi e verso gli altri”.

Senza dimenticare la consapevolezza dei propri limiti…

“Lo sport aumenta la conoscenza del proprio io e anche dei propri limiti. I bambini di oggi crescono in un mondo dove tutto è dovuto: nello sport, prima bisogna allenarsi e poi si ottiene il premio. Un aspetto che si fa fatica a concepire nella società moderna”.

Può fare una differenza nei futuri adolescenti?

“Sicuramente. Una vita sana accompagna la crescita dei bambini che saranno più forti davanti alle difficoltà della vita. Lo sport stimola la resilienza, ovvero la capacità di affrontare i problemi e di uscirne rafforzati. Per partecipare a una gara o per raggiungere un determinato risultato si fa molta fatica, così come succede nella vita. Lo sport crea tutte le condizioni per tirare fuori le capacità migliori dei bambini”.

Lo sport è amico dei bimbi timidi

“Pensiamo ai bambini che, nella vita di tutti i giorni, devono entrare in nuovi gruppi e fare nuove conoscenze. Il passaggio dalla scuola elementare alla media è un esempio di questa fase della loro vita: i più timidi potrebbero spaventarsi. Essere sportivi aiuta anche in questo: i bimbi prendendo contatto con altri gruppi al di fuori della scuola e di quelli abituali, avranno meno difficoltà a relazionarsi con i nuovi amici”.

C’è uno sport migliore?

“Non ci sono sport migliori, ma gestioni migliori. Non faccio differenza tra attività di gruppo o individuali, bisogna assecondare la preferenza e le attitudini del bambino. E poi, occorre soffermarsi sulla formazione degli istruttori che rappresentano una guida, sulla preparazione psicologica e sulla politica societaria”.

Cari genitori…

“Guardate bene chi è vostro figlio e quali sono le sue capacità o competenze. Lodatelo anche se perde una partita, accettate i suoi limiti. Bisogna rendersi conto che non tutti i bambini giocheranno in Serie A o parteciperanno alle Olimpiadi. Se voi, genitori, accettate questi limiti, anche il vostro bambino sarà portato a farlo con più facilità”.